Ricordata fin dalla metà del secolo XVII con il nome di Peracchiero o Pracchiero è detta oggi, con una leggera deformazione del nome antico, “Pracera”. Questo piccolo nucleo di case anticamente faceva parte della frazione del Pian del Tetto, come la Canova e la Masone, ed era abitata esclusivamente da famiglie del casato Marchisio. Proprio in quella zona di Ala, negli anni 1951 e 1952 ebbe vita il “Campo di lavoro” per studenti universitari, organizzato dal Centro italiano relazioni universitarie con l’estero (CRUEI) con l’appoggio dell’U.N.E.M.I. allo scopo di costruire un edificio destinato a casa di riposo dello studente universitario. Nell’agosto di tale anno, quindici studenti, provenienti da tutte le parti d’Europa, si stabilirono ad Ala di Stura per dare inizio ai lavori. Il Comune si era impegnato per donare il terreno necessario e il sindaco di quel tempo, Antonio Tetti, che approvava e condivideva questo progetto, utile anche ad una valorizzazione del paese, aveva garantito la sua piena disponibilità. Purtroppo l’iniziativa fallì miseramente e di tanti progetti non rimasero che poche chiacchiere. Superata la Pracera si raggiunge il Crosat presso di cui scorre il torrente Ru, che scende dai costoni rocciosi del monte Plou.
Alcuni autori asseriscono che, in tempi ormai molto lontani, nella zona denominata Ciardo abbondassero i cardi selvatici, detti nel dialetto locale “tchardon“. Tenuto conto della presenza dei cardi selvatici in questo luogo e del nome dato loro, si giudicò potersi dedurre che proprio per tale fatto, al piccolo borgo ne sia derivato questo nome. Altri invece, appoggiandosi agli antichi documenti dell’archivio parrocchiale, sono propensi nell’attribuire la derivazione al fatto che in questa località non vi erano che poche vecchie casupole, chiamate del Ricchiardo; nome che con il passare del tempo divenne prima Chiardo e poi semplicemente Ciardo.